Ore 20.30. E Ginevra dorme (Buona festa della mamma a tutte)
Ore 20.30. Ginevra si è appena addormentata. D’altronde la mattina si veglia alle 7.00, anche un po’ prima, e si fa una lunga, estenuante (per me, per noi genitori che navighiamo a vista) “tirata”: il riposino pomeridiano non è per lei. Ginevra vive intensamente 13 lunghe ore di giochi, non si ferma mai, ed io con lei. Saltella, vibra nell’aria, l’annusa, la respira, la riempie di cioccolata, bambole e dinosauri, succo, latte, cartoni, amore, vita. Di lei. E corre su e giù, fra cortile e margherite, assetata di primavera, che a volte fa capolino anche qui, in terra lombarda. Ore 20.30. Ginevra si è appena addormentata e la voglia irrefrenabile di scrivere mi assale. Il respiro di mia figlia e la lavastoviglie, il mio sottofondo. I giocattoli da risistemare. Mio marito li guarda con un misto di tenerezza e diffidenza. Io non posso far macerare la voglia di parole dentro di me: la devo assecondare. Inizio il mio viaggio. Ore 20.30. Ginevra dorme. Mio marito mi accarezza i capelli, districando, ancora una volta, i nodi dei ricci e dell’anima.
- Pubblicato in Diario di una donna trafelata
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