Dall’architetto Filippo Giorno riceviamo e pubblichiamo una riflessione sulla necessità di salvare i suoli agricoli.
“Il suolo, se non muore a colpi di fertilizzanti e pesticidi, sparisce senza un’attenta pianificazione urbanistica: se la sua tutela non entrerà presto a far parte incisivamente dell’agenda politica delle Amministrazioni sarà ora che ci sia una mobilitazione popolare in sua difesa.
È uno scempio senza fine, che pregiudica la qualità delle nostre vite in termini ecologici e anche gastronomici. Sì, gastronomici, perché ne va anche del nostro cibo, della sua qualità, della sua varietà e della possibilità di poterlo comprare senza che provenga da un
altro continente, con tutti gli enormi problemi che ne conseguono.
L’ambiente è un diritto garantito dalla nostra Costituzione e non può esserci tutela dell’ambiente senza tutela del mondo rurale, sia per quanto riguarda la sua produttività, sia per quanto riguarda la sua bellezza. Gli enti locali fanno poco, anzi proprio loro vedono nell’edificabilità dei terreni agricoli e dei suoli liberi una via per fare quadrare i propri bilanci. La politica di Palazzo non se ne cura, e se pare normale da parte di chi governa e ha costruito le sue fortune proprio sull’edilizia, il silenzio sulla tutela dei terreni agricoli diventa sempre più assordante. Il problema infatti è più che mai politico, oltre che etico e culturale. Mancano delle politiche di territorio, come per esempio si dovrebbe per legge riutilizzare aree già consumate e dimesse piuttosto che invadere nuovi campi, nuovo suolo, nuova agricoltura, paesaggi. Bisogna agire con interventi di naturalizzazione, contro il dissesto idrogeologico, piantando nuovo verde. Tutto questo si può fare senza rinunciare all’occupazione in edilizia, e certo senza aumentare il numero dei senzatetto. È solo questione di organizzazione, di razionalizzazione, e soprattutto di toccare il problema, che è gravissimo.
La Regione Calabria, con il QTRP approvato il 01 agosto 2016, ha invitato gli Enti Territoriali a provvedere con urgenza agli adempimenti di adeguamento entro due anni a questa normativa tesa a migliorare la situazione ma i Comuni latitano in merito. Per migliorare i paesaggi e l’immagine urbana si favorisca con incentivi la distruzione di obbrobri costruiti soprattutto negli anni ’60, e ’70, già fatiscenti e degradanti per riedificarci sopra qualcosa di bello, che si realizzino recuperi di quelle aree urbane fortemente degradate, marginali, residuali e il lavoro per i costruttori non mancherebbe di certo. Che si tutelino per legge le aree rurali come fossero Parchi Nazionali, questa è la via nobile da seguire. Valorizzare i suoli agricoli perchè sono una risorsa insostituibile, pulita, bella e produttiva. Sono il luogo che ci fa respirare, che riempie gli occhi, che ci da mangiare e che custodisce la nostra memoria, la nostra identità. Continuare a distruggerli, dopo tutto lo scempio che è già stato fatto, non è da Paese civile e un Paese civile dovrebbe predisporre i giusti strumenti urbanistici di tutela.
Il QUADRO TERRITORIALE REGIONALE PAESAGGISTICO REGIONALE (QTRP) non è “ritornare alla zappa” ma è la zappa che si muove da sola.
Arch. Filippo Giorno