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“Ho scalato un sogno”: parla Nicola Zaccato sulla cima del Monte Elbrus a 5642 mt. slm. In evidenza

  • L'impresa di pochi giorni addietro in Caucaso (Russia)
“Ho scalato un sogno”: parla Nicola Zaccato sulla cima del Monte Elbrus a 5642 mt. slm.

CASTROVILLARI - L'impresa di pochi giorni addietro in Caucaso (Russia). I numeri di questa scalata: 7 giorni 7; 5 kg. persi; 7440 m. di dislivello in salita; 7440 m. di dislivello in discesa.  
Totale dislivello in salita e discesa  14.880  m. E' stata portata avanti da Denis  Urubko,  Nicola  Zaccato  con i ragazzi della Scuola di Alpinismo Russa.  Durata dell’impresa: dal 10 al 18 luglio. Ed è proprio Nicola  Zaccato che racconta : «Nel 2009 ho fatto amicizia con l’alpinista kazako di fama mondiale Denis Urubko, il più grande alpinista di tutti i tempi. Grazie a lui ho cominciato ad ampliare il mio orizzonte ed a scalare le vette più elevate; nel 2015 il monte Bianco 4810 m. slm e il monte Alben; nel 2016 il Pizzo Coca la vetta più alta delle Alpi Orobie 3052 m. slm , il monte Secco e monte Vaccaro; nel 2017 ho avuto un invito molto importante  da parte di Denis Urubko: scalare il monte Elbrus 5642 m. slm».

Ho subito accetta l’invito con molto entusiasmo. Diversi i fattori di scelta che hanno accompagnato questa mia decisione;
Il Monte Elbrus con i suoi 5642 m. slm  è  la montagna più alta d’Europa e pertanto una delle Seven  Summits  del Pianeta. Fa parte della lista delle Sette meraviglie della Russia  e l’amico Denis Urubko nel 2006 ha partecipato alla  EL'BRUS RACE ,  gareggiando  sul suo tracciato con un dislivello di oltre 3000 metri ,  dalla falda El'brus Azau 2400 m, fino la cima occidentale 5642 m. Il vincitore di questa importantissima gara è stato proprio  l'alpinista kazako Denis Urubko con il tempo eccezionale di 3 ore 55 min. 58 sec., record del mondo assoluto.
Dopo l’invito ho cominciato subito con i preparativi, dal Passaporto , visto consolare,  invito ,  preparazione fisica con allenamenti più duri del solito, visite mediche alla medicina dello sport , acquisto di attrezzature  e indumenti  tecnici adatti per le basse  temperature e tutto l’occorrente. La preparazione è durata per molto tempo in maniera ininterrotta.
“Il  9 luglio  2017  finalmente è arrivato il  giorno tanto atteso … L’adrenalina è salita  al massimo; per me l’idea di  scalare l’Elbrus con Denis Urubko ed i ragazzi della scuola alpinistica Russa – Sasha – Sekenia – Dima – Denis Gusarov e Nazar ,  non ha prezzo” .  “Partenza dalla Calabria , da Frascineto  (CS) in autobus con destinazione Roma. Stazione Tiburtina con direzione Fiumicino Aeroporto. Non esistono  voli diretti per Mineralnye Vody ( Russia) e quindi ho dovuto fare scalo ad Istanbul (Turchia) dove sono arrivato dopo 4 ore di volo.  Finalmente, alle 3,30  del 10 luglio  sono arrivato in Russia  all’aeroporto di  Mineralnye Vodi.  Ad attendermi all’aeroporto per l’accoglienza,  Denis Gusarov e  Ksenia, due ragazzi della scuola Russa di alpinismo.  Insieme, abbiamo raggiunto  in taxi  Terskol,  risalendo la  Valle del fiume Baksan e dopo 4 ore,  finalmente siamo giunti direttamente al nostro Campo Base a 2100 m.  a Tesrkol  . Lì abbiamo aspettato gli altri componenti del gruppo,  Sasha e Nazar  ed  in tarda serata sono arrivati Dima e Denis Urubko … con la luce dei frontalini abbiamo montato le tende per passare la notte .
La mattina seguente giorno 11 luglio siamo partiti naturalmente a piedi su una strada asfaltata e dopo 6 km e 400 m . di dislivello in salita siamo arrivati ad Azau 2500 m.  da qui partono due tronconi di funivia ed un tratto di seggiovia … naturalmente non per noi abbiamo proseguito a piedi fini a 3300 m. dove abbiamo piazzato le tende per la notte .
La mattina del  12 abbiamo proseguito la nostra risalita fino ad arrivare nei pressi del Rifugio Priut a 4000 m. e trovato un posto sulle rocce,  abbiamo montato le tende per la notte . Lì una lezione di Denis sull’alimentazione ad alta quota ed in assenza di ossigeno. Dopo circa 2 ore Denis ci ha sollecitato a risalire almeno di 400 mt. per poter lavorare in quota ed acclimatarci.
La mattina del 13 luglio abbiamo ripreso il nostro cammino proseguendo su un dorsale di rocce  vulcaniche per arrivare alla fine delle rocce a quota 4400 m. Una volta lì abbiamo montato le tende .. per me la prima volta che dormivo in tenda  a quota 4400 !!!!  Nel pomeriggio abbiamo proseguito verso le rocce Pastukhov  a  4700 m. per fare acclimatazione .. tornati alle tende Denis  Urubko  ha tenuto una lezione sulla acclimatazione . Durante la notte un violento temporale la nostra piccola tenda era sommersa di neve  .. il tempo per fortuna  è stato clemente perché al mattino abbiamo ritrovato  bel tempo . Il 14 luglio, posizionata  la sveglia alle  4 del mattino per scendere al campo base, di nuovo a quota 2100 e dopo aver fatto 2300 metri in discesa,  finalmente siamo arrivati al campo base. Lì abbiamo trascorso la notte ed  il giorno seguente,  il 15 luglio,  siamo rimasti al campo base tutto il giorno. Denis  ha tenuto una lezione sull’attrezzatura e sui materiali da usare per fare alpinismo. Nel pomeriggio si è tenuta  una gara atletica sportiva,  naturalmente vinta da Denis .
In tarda serata si ripartiva in direzione Azau  per poi  proseguire la nostra risalita. Ad un certo punto del tragitto, abbiamo dovuto usare  i frontalini perché era diventato ormai buio ed  arrivati  a quota 3000 abbiamo montato le nostre tende . Un tè caldo e una ricca cena  a base di carboidrati, zuccheri  e cibi ricchi di vitamine ci hanno tirato un po’ su .
Il giorno 16 luglio si partiva per raggiungere la nostra postazione a quota 4000 m  .. io cominciavo ad accusare la stanchezza  fisica dopo tutti questi giorni di km percorsi  e di dislivelli in salita e in discesa  con uno zaino sulle spalle molto pesante  .. però avevo tarato mentalmente il mio altimetro a 5642 m. e quindi anche se con fatica,  proseguivo il percorso di risalita .. ero il primo della spedizione seguito da tutti i componenti del gruppo e quando rallentavo perché la salita era molto ripida  e mi fermavo per prendere fiato sentivo subito la voce di Denis che diceva: “Signor Nicola non ti devi fermare , devi sempre proseguire a piccoli passi”. Così facendo siamo finalmente arrivati  a destinazione.
Montate le tende e consultate le condizioni meteo, che nei giorni seguenti non si presentavano per niente buone,  si decideva per il giorno seguente la scalata del monte Elbrus, anticipando di  due giorni l’impresa e partendo da 4000 m . Nel pomeriggio abbiamo tenuto un briefing  per mettere a fuoco la strategia per la scalata finale per  definire  tutti i ruoli e la sequenza della cordata. Questo uno dei momenti cruciali dell’impresa perché a causa del mal tempo si è dovuto cambiare il programma e quindi senza aver riposato e partendo da una quota più bassa !!!.
La mattina del 17 luglio, arrivato  il giorno tanto atteso per scalare l’Elbrus .. messa la sveglia alle ore 2,00 per partire alle ore 3,00 da quota 4000 !!  Non più da quota 4400 come stabilito inizialmente, quindi maggiore dislivello e maggiore fatica.  Indossati gli indumenti idonei per la quota e messi scarponi pesanti e ramponi e con la luce dei frontalini si incominciava la salita .
Dopo essere saliti di 800 m,  ed arrivati quindi a quota 4800, è cominciato un vento molto forte e gelido, fastidioso che ha intralciato non poco il nostro cammino, che ora cominciava ad  essere  lento e faticoso. Nonostante questo, la scalata è continuata in maniera ancora più repentina proprio per giocare di anticipo sul tempo. Denis mi raccomandava sempre  di salire con piccoli passi senza mai fermarmi . La preoccupazione  era tanta perché  c’erano ancora  molti metri di dislivello da colmare;  credo fossimo ormai a quota 5200 m. e le forze cominciavano  a venir meno. Per fortuna la volontà di arrivare in cima aumentava passo dopo passo e sforzo dopo sforzo. Ad un certo punto incominciamo a salire un tratto molto ripido dove erano montate delle corde fisse e la mia stanchezza aumentava sempre di più.. dopo sono riuscito a riprendere il ritmo:  “un  sospiro -  un passo -  un sospiro -  un passo- “ la mia mente era entrata in un meccanismo in cui ripeteva solo questa alternanza. ..  dopo un tratto meno ripido ma interminabile sentivo che ormai la vetta era vicina…
Dopo un ultimo sforzo finale  e con il vento ancora più forte,  avvolti dalla nebbia  ancora più fitta,  arriviamo finalmente in vetta !!!!   Alle 8,10 del 17 luglio  raggiungiamo il fantastico  Monta Elbrus  a 5642  metri di quota e senza bombole di ossigeno.  Fa molto freddo e  la temperatura  è  a   – 19°, Io bacio letteralmente la vetta . Erano due anni che aspettavo questo momento .. il vento fortissimo non ci ha fatto godere la vetta e della sua vista .. poche foto a causa del forte vento e della nebbia fitta. Ci abbracciamo e  per alcuni attimi,  mi sembra di sognare ad occhi aperti. Presto mi accorgo che non è un film ma è la pura realtà, felice e contento tolgo le mani dalla moffole  per fare qualche foto dei filmati ma subito mi accorgo che le mani mi si stavano congelando . Una giornata eccezionale per uno sportivo di alta quota,  quasi perfetta, però con la consapevolezza che   la sosta in vetta non può durare a lungo a causa della bassissima temperatura e del forte vento. Soprattutto delle condizioni meteo peggioravano a vista d’occhio con possibilità di bufera, aumento di neve e nebbia, quindi Denis, uno dei massimi conoscitori dell’Elbrus, ha fatto cominciare  subito  la discesa . Dopo 1642 m in discesa arriviamo finalmente al nostro campo 2  a 4000 m.  dove c’erano  le nostre  tende .
Raccolte le tende preparati gli zaini ancora più pesanti ci dirigiamo verso il campo base a 2100 m. percorrendo ancora 1900 m. in discesa !!!! Qui montate le tende per la notte. Il  18 luglio io,  Denis e Dima ci dirigiamo in auto verso la città di Kislovodsk attraversando tutta  la vallata del fiume Baksan,  una zona agricola  con molte  mandrie di bovini che si incontravano spesso sulla strada e che invadevano la carreggiata,  si procedeva a slalom per evitarli. Nella città di Kislovodsk  ho fatto il turista per tre giorni aspettando la data del volo. Un taxi mi ha portato all’aeroporto di Mineralnye Vodi  ed ho cominciato il viaggio di  ritorno, facendo sempre tappa per la Turchia,  per arrivare di nuovo  in Italia a Roma  per poi continuare per Frascineto (CS ), posto dove è iniziato il viaggio per questa fantastica avventura alpinistica  e dove si  conclude. Mentre scrivo, nel rivedere le foto ed i filmati, non riesco a frenare  qualche lacrima di commozione.  Grande la  soddisfazione per aver portato a buon fine l’ennesima sfida con me stesso  .Non è stato facile, ho tirato le mie forze fisiche e mentali al limite,  ma la voglia di avventura e la determinazione che porto dentro,  mi hanno consentito di arrivare fino alla fine di  questa fantastica avventura nel Caucaso in Russia sul “Tetto d’Europa”, il confine con l’Asia.






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