SAN MARCO ARGENTANO (*) - “I miei Vescovi argentanesi” è una recente pubblicazione di Mario Scarpelli realizzata con la collaborazione del prof. Umberto Massimiani. E’ un lavoro superbo di 360 pagine, corredato da 137 documenti e 103 immagini, che ricorda i Vescovi dell’età contemporanea conosciuti dall’autore, autentico e fervente cattolico, protagonista attivo della vita delle istituzioni, testimone di tanti episodi importanti della nostra Storia. Non una formale conoscenza, ma i Vescovi citati hanno orientato la formazione dello stesso.
Il libro è un dono prezioso, come sottolinea mons. Bonanno nella presentazione, perché è un lavoro realizzato in età avanzata da Mario Scarpelli: è un regalo alla diocesi e ai sammarchesi nel suo 95° compleanno. La pubblicazione coincide inoltre con l’emanazione del decreto pontificio che proclama “Venerabile” il Vescovo Agostino Ernesto Castrillo ofm per le sue virtù eroiche e con il centenario delle apparizioni di Fatima con cui il nostro Santuario della Madonna del Pettoruto è gemellato.
Possiamo dire che il testo è formato da due parti: la prima presenta la Diocesi di San Marco Argentano-Scalea, la seconda parla dei Vescovi argentanesi dell’epoca contemporanea e di Vescovi illustri nativi di San Marco o zone limitrofe. Nella prima parte l’autore descrive della Diocesi l’aspetto storico-culturale, il territorio (65 parrocchie, 120.000 abitanti, superficie kmq1142) , l’antica origine che affonda le radici nella Storia di oltre mille anni fa. In questo quadro generale sono incastonati il santuario della Madonna di San Sosti e la figura del compatrono San Francesco di Paola. L’autore definisce il santuario della Madonna Incoronata del Pettoruto “la perla della Calabria” e San Francesco di Paola (1416-1507) “il sole della Calabria”. Il tutto è raccontato con testimonianze, poesie, eventi che fanno risaltare la spiritualità di alcuni uomini e la spiritualità che pervade degli ambienti. A completare il tutto una poesia di mons. Luigi Fago (1920-85) : “I luoghi santi di San Marco Argentano”. Nella seconda parte leggiamo dei vescovi dell’età contemporanea , da Salvatore Scanu a Leonardo Bonanno, ai quali Scarpelli dedica anche il suo personale ricordo.
Un capitolo per ogni Vescovo corredato da biografia, stemma e motto araldico, lettere, documenti, foto; notizie importanti ed alcune inedite, ma la parte che commuove ed “ intenerisce il core ” è il ricordo personale che Mario Scarpelli scrive di ognuno ripensando momenti della propria vita e l’influenza formativa di ciascun vescovo su di lui.
Cerchiamo di ricordare brevemente i Vescovi nominati nell’ampio testo.
Salvatore Scanu (Orzieri 1859-San Marco 1932) fu vescovo di San Marco-Bisignano per 23 anni e fu definito dalla popolazione il “vescovo dei poveri” per la sua umiltà e misericordia. “Crux Fortitudo mea” il motto che dominava sul suo vessillo.
Il successore Demetrio Moscato (Gallina RC 1888-Salerno 1968) resse la diocesi nel periodo 1932-45 . Il motto araldico fu “Pro Fide et Patria” . Continuò e sviluppò anche ciò che mons. Scanu aveva avviato: ampliò il santuario del Pettoruto, promosse un raduno socio-economico per il Mezzogiorno, costruì nuove chiese, elevò a compatrono diocesano san Francesco di Paola. Fu il ricostruttore materiale, morale e spirituale del dopoguerra.
A lui successe mons. Michele Rateni (Putrella Tifernina CB 1901- San Marco 1953), guidato dalla stella mariana, come diceva il suo motto “Respice Stellam”. Promosse un congresso mariano, un congresso eucaristico e il culto dei martiri argentanesi. Comprese pienamente il compito dell’Azione Cattolica e la sostenne; restaurò il Seminario di Bisignano.
Breve ma intenso fu l’episcopato di Agostino Ernesto Castrillo ofm (Pietravairano CE 1904- San Marco 1955). Parroco a Foggia, segretario provinciale dell’Ordine Francescano Minore per Puglia-Molise, assistente spirituale della Pontificia Università Antonianum di Roma. Di lui si diceva che avesse la dolcezza di San Francesco di Assisi e la forza di San Francesco di Paola. Colpito da un male incurabile che lo costrinse all’immobilità, testimoniò luminosamente il Vangelo e la Regola francescana accettando la sofferenza in perfetta letizia. Il suo motto fu: ”Amor, Iustitia, Pax”. Il 16 giugno scorso papa Francesco ha firmato il decreto che lo ha dichiarato Venerabile.
Dopo di lui il vescovo Luigi Rinaldi lavorò da ”buon milite di Cristo” come diceva il motto del suo stemma. Nato a Napoli nel 1901 è tornato alla casa del Padre nel 1977 ed è sepolto nel santuario della Madonna del Pettoruto. Devoto alla Vergine aveva iniziato la pubblicazione del periodico “Voce del Pettoruto” per diffondere e sviluppare il culto mariano. Ha guidato la diocesi nel comprendere ed attuare i dettami del Concilio Vaticano II. E’ autore di un decalogo per i parroci che rimane ancora attuale.
Augusto Lauro fu il vescovo non più della diocesi di San Marco-Bisignano ma di San Marco Argentano-Scalea in seguito alla ridisegnazione delle diocesi calabresi . Il motto sul vessillo diceva :”Honor Meus Honor Ecclesiae. Nato a Tarvisio (UD) nel 1923 è eletto vescovo nel 1979 e per raggiunti limiti di età nel 1999 lascia la cattedra vescovile. A lui si devono il Museo diocesano, il sinodo diocesano, molti e vari incontri culturali ; ha avviato la causa di informazione canonica del predecessore Agostino Ernesto Castrillo ofm.
Il suo successore Domenico Crusco (Grisolia CS 1934-San Marco 2013) conosceva San Marco perché era stato rettore del Seminario vescovile; ha guidato la diocesi fino al 2011. Il motto scritto sul vessillo diceva :”Sollicitudo Mea Gloria Dei”. Ha celebrato il IV centenario del Venerabile fra Albenzio Rossi di Cetraro (1542-1606), ha dato impulso alla formazione e alla cultura. Nel suo testamento spirituale è toccante l’ultima frase: ”La Madonna del Pettoruto mi accompagnerà nel mio incontro col Padre”.
Il vescovo in carica, mons. Leonardo Bonanno (San Giovanni in Fiore CS 1947) è filosofo e canonista, giudice presso il Tribunale ecclesiastico calabro, docente e scrittore. Il suo motto “Ecclesiam diligere” esprime l’obiettivo del suo impegno di pastore: amare e onorare, far amare e far onorare la Chiesa. Le visite pastorali che compie gli danno la possibilità di conoscere i problemi reali della sua diocesi e di stare con semplicità vicino alla gente e comprenderne preoccupazioni ed affanni. Mons. Bonanno, nella sua benevolenza, ha fatto conferire a Mario Scarpelli il titolo pontificio di Commendatore di San Silvestro Papa.
Scarpelli non può e non vuole dimenticare i Vescovi nati in questo angolo di Calabria: Raffaele Barbieri (San Marco Argentano 1898-Cassano 1968) e Domenico Petroni (Cervicati 1881-1978). Raffaele Barbieri fu illustre vescovo di Cassano allo Jonio. Teologo, promotore di studi e ricerche, oratore che incantava chi lo ascoltava. Riposa nella cattedrale di Cassano nella Cappella del SS Sacramento. Domenico Petroni fu vescovo delle diocesi di Anglona-Tursi e di Melfi-Rapolla-Venosa. L’autore ricorda anche la figura del cappellano militare don Alcide Gaudio nato a San Marco Argentano nel 1904 e dichiarato disperso dal 21 maggio 1945. La pubblicazione si conclude con la figura e l’opera del “sapientissimo calabro” il cardinale Guglielmo Sirleto (Guardavalle CZ 1514- Roma 1585), vescovo di San Marco nel 1566. Nominato cardinale, fu consultore del Concilio di Trento, prefetto della Biblioteca apostolica vaticana, membro di Congregazioni, filosofo, teologo. E’ stato celebrato a Roma nel 2015 con un convegno internazionale e Scarpelli ha donato ai convegnisti una vasta documentazione.
“I miei vescovi argentanesi “ di Mario Scarpelli spingono il lettore a riflettere sulla figura del vescovo, che come San Tommaso d’Aquino scriveva:” … deve pascere il gregge di Cristo ed essere utile al prossimo”. Ogni cristiano deve conoscere la diocesi di appartenenza e il vescovo che la regge o meglio, come Mario ci insegna, i vescovi che l’hanno retta negli ultimi anni. Leggere il testo di Mario Scarpelli significa fare un excursus nella storia recente con la visione di foto e la lettura di documenti finora inediti.
Il suo è un lavoro fatto con maestria, da vero documentarista al quale non sfugge nulla e che riesce a trascrivere con abilità e dovizia di particolari la storia del recente passato, un lavoro frutto dell’amore per la propria terra. Concludendo è opportuno ribadire che lo scritto di Mario Scarpelli non è una semplice pubblicazione, ma una ricerca che ci offre memoria, valori che il tempo non cancella, valori che sono un patrimonio da regalare a tutti, ai giovani in particolare, per farne oggetto di riflessione e per ritrovare le proprie radici.
(*) nota a cura del professor Gabriele Talarico