Gli Houston Rockets e gli Oklahoma City Thunder lo davano già per finito, essendo troppo vecchio per questa NBA dove bisogna dare sempre il massimo senza risparmiarsi mai, e lui in questi ultimi mesi sta smentendo le sue ex franchigie a suon di prestazioni da MVP. Di chi stiamo parlando? Dell’ormai 36enne Chris Paul, in arte CP3, che a Phoenix sta conoscendo una seconda giovinezza cestistica. Scordatevi i tempi in cui giocava a Houston in coppia con l’ingombrante Harden e faceva fatica a dispensare magie perché l’ex re dello step-back da 3 punti monopolizzava da solo la palla arancione, e scordatevi pure i tempi in cui giocava a Oklahoma e la dirigenza non vedeva l’ora di sbarazzarsene perché credeva fosse fisicamente non più al top. Chris Paul non è più quel playmaker “dimezzato” e un po' troppo sottovalutato, ma un signor playmaker, che grazie alla cura maniacale di ogni aspetto della sua preparazione atletica, dal riposo passando per l’alimentazione, a Phoenix sta convincendo tutti. Insieme a Booker, ala piccola e al tempo stesso guardia tiratrice con ampi margini di miglioramento, ha traghettato i Soli dell’Arizona verso i play-off, e non era certo scontato. Non era scontato perché è dalla stagione 2010-2011 che la franchigia di proprietà di Robert Sarver non partecipa ai play-off. E ora potrà farlo grazie a un CP3 in grande forma, che contro i New York Knicks è apparso insuperabile.