La Casa della Salute cos’era e cosa non sarà?
- Scritto da Enrico Tricanico
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- Pubblicato in Parresia
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La riconversione del Pasteur ha seguito un percorso tortuoso ed incerto. Dopo la chiusura dell’ospedale per acuti nel 2010, la struttura fu destinata dalla Regione Calabria a diventare un Centro di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT). Contestualmente, la stessa Regione, ispirandosi ai modelli sperimentati in Emilia-Romagna e Toscana, ridefinì l’assetto dell’assistenza primaria sul territorio e introdusse il modello delle Case della Salute al posto dei CAPT.
La prima difficoltà del cittadino medio è capire la differenza tra i due modelli, tra l’altro entrambi non più vigenti. Semplificando possiamo dire che se il CAPT aveva un’impostazione strettamente sanitaria, simile a un poliambulatorio avanzato, la Casa della Salute integrava anche servizi socio-sanitari e assistenziali, coinvolgendo enti locali e servizi sociali.
Il processo di riconversione dell’ex Ospedale di San Marco è stato oggetto di attenzioni da parte di diversi livelli istituzionali, si ambiva a farlo diventare un progetto pilota per altre Regioni. Nel 2013, la Regione Calabria, il Ministero della Salute e il Ministero della Pubblica Amministrazione, tramite Formez PA, pubblicarono diversi studi sul caso specifico, compresa un’analisi costi-benefici che evidenziava il miglioramento dell’accesso alle cure e la riduzione dei costi di gestione. Si riconosceva un risparmio annuale di circa 2,5 milioni di euro, che, a fronte di una spesa sanitaria regionale di circa 3,5 miliardi, avrebbe avuto un impatto inferiore allo 0,1%, dato che, a rileggerlo con il senno di poi, sembra quasi grottesco.
Nonostante la complessità burocratica legata alla riconversione del Pasteur, l’ASP di Cosenza si attivò tempestivamente per realizzare uno studio di fattibilità finalizzato all’attuazione del modello Casa della Salute, puntando sull’adeguamento strutturale e sul rinnovo del parco attrezzature. Il finanziamento necessario, pari a 8.149.648,89 euro, fu individuato dalla Regione nel POR 2007/2013. La tempestività della macchina burocratica e le attenzioni istituzionali finiscono qui. Cambiano commissari, presidenti di Regione, consigli comunali, ma i riflettori su questa vicenda si riaccendono solo nel 2020, quando, contestualmente alla pandemia da COVID-19, qualcuno si accoge che la struttura sta letteralmente cadendo a pezzi e diversi locali sono ormai stallo per gli animali selvatici. La sola conseguenza fu un’accelerazione sul rifacimento della facciata esterna per ridurre il degrado visibile, ma l’adeguamento strutturale rimase un’incopiuta.
Considerata l’imminente chiusura del POR 2007/2013, fissata dalla Commissione Europea al 31 dicembre 2022, e visto che i lavori non sarebbero stati avviati in tempo, a fine 2022 la Regione Calabria decide di dirottare le risorse sul POR 2014/2020. Per il resto, poco è cambiato. La procedura per l’assegnazione dei lavori non è stata ancora avviata ed i fondi, che stavolta avranno termine perentorio il 31 dicembre 2027, restano a rischio. Infatti, lo schema di convenzione tra Regione Calabria e ASP di Cosenza, finalizzato all’avvio dell’appalto dei lavori, risulta scaduto il 31 dicembre 2023 e con la Regione che si è riservata alla scadenza la possibilità di allocare le risorse su altri progetti. L’ultimo aggiornamento ufficiale su questa vicenda risale a giugno 2023, quando il DCA n. 229 annunciava la definizione degli atti convenzionali tra ASP di Cosenza e Invitalia per l’affidamento a quest’ultima delle funzioni di Centrale di Committenza, poi silenzio.
Appare chiaro come l’ASP abbia gestito il procedimento in maniera tutt’altro che virtuosa, ma bisogna anche sottolineare che le istituzioni locali si sono rivelate poco determinate (per essere gentili) nel pretendere il rispetto delle tempistiche previste. L’ASP era il soggetto istituzionale tenuto a: avviare l’operatività della Casa della Salute seguendo le linee guida dello studio di fattibilità, pubblicare le gare d’appalto per i lavori e predisporre la nuova pianta organica per il funzionamento della Casa della Salute. Invece, nel corso degli anni, l’ente si è limitato a mettere qualche pezza sui numerosi buchi presenti, al fine di garantire una parvenza di funzionamento in modo da nascondere il continuo ed inesorabile smantellamento, con il silenzio complice degli altri enti istituzionali.
Intanto il modello Casa della Salute è stato definitvamente superato da quello delle Case di Comunità (DM 77/2022). Nonostante ciò, la Regione ha ribadito in più occasioni che i lavori di adeguamento saranno comunque realizzati, resta da capire quando e, soprattutto, a cosa serviranno. Infatti, la maggior parte dei servizi previsti per la Casa della Salute di San Marco Argentano saranno trasferiti, grazie ai finanziamenti del PNRR, nella nascente Casa di Comunità Hub di Roggiano Gravina, che sarà il principale riferimento per l’assistenza territoriale del Distretto. Solo noi ci vediamo un problema grosso come una Casa (della Salute o di Comunità)? Anche in questa occasione, non siamo in grado di fornire ai lettori le risposte che queste domande meriterebbero: come è possibile che, nonostante una programmazione dettagliata, studi di fattibilità e la disponibilità di risorse, in tredici anni nessuno abbia mosso un dito per sbloccare questo dossier? Perché questo continuo depotenziamento è visibile a tutti tranne che alle istituzioni?
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Emanuele Armentano