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Platone discepolo di Socrate

Platone discepolo di Socrate

Parliamo oggi di Platone che visse nel IV secolo a.c. e fu discepolo di quel Socrate di cui parlammo qualche tempo fa. Egli apparteneva ad una nobile famiglia ateniese e seguì diversi insegnamenti finché non conobbe Socrate e ne divenne allievo seguendolo fino alla morte che avvenne a causa della condanna del tribunale di Atene.
Platone scrisse numerose opere tutte in forma dialogica, perché, fedele all’insegnamento di Socrate, credeva che la filosofia non può essere racchiusa in uno scritto, ma necessita di continue ricerche e discussioni.

Le sue opere le possiamo dividere in due parti: la prima di stretta osservanza socratica, la seconda autonoma nel senso che descrive il suo pensiero in merito ai problemi di metafisica e conoscitivi pur tenendo Socrate come interlocutore principale.
Nelle sue prime opere ci parla di Socrate e della situazione di Atene dopo la sconfitta subita ad opera degli Spartani e descrive il clima di tensione e di conflitti che portarono alla condanna di numerosi esponenti politici e non solo tra cui Socrate.
Nell’“Apologia di Socrate” descrive il processo che si svolge a carico di Socrate e la difesa che lo stesso organizza per smontare le accuse che gli erano state rivolte: di empietà e di corruzione nei confronti dei giovani.
Il tribunale riconosce Socrate colpevole e lo condanna a morte mediante la somministrazione della cicuta. Platone che aveva seguito Socrate per lungo tempo non è presente quando Socrate beve la cicuta, tuttavia racconta i momenti della sua morte riferendo gli insegnamenti che lascia ai discepoli, primo fra tutti che bisogna rispettare le leggi anche quando queste sono sbagliate.
Alla morte di Socrate Platone, come altri discepoli, abbandona Atene per un viaggio che lo porte in diverse città della Grecia e probabilmente in Egitto. Platone compie altri due viaggi in Sicilia e precisamente a Siracusa dove governava il tiranno Dionigi il vecchio. A chiamarlo fu un certo Dione suo amico il quale voleva convertire Dionigi alle teorie di Platone; l’incontro con Dionigi andò male e Platone fatto prigioniero fu portato al mercato per essere venduto come schiavo. I suoi amici, venuti a conoscenza del fatto, raccolsero i soldi necessari per pagare il riscatto ma anche il proprietario conoscendo la storia rinunciò ai soldi e lo lasciò libero.
Tornato ad Atene con i soldi del riscatto non pagato acquista uno stabile e fonda una scuola chiamata Accademia (il nome deriva dal fatto che nella casa dove sorgeva la scuola c’era un tempietto dedicato ad un eroe ateniese, un certo Accademo). Alla sua scuola accorrono numerosi discepoli fra cui un altro grande filosofo: Aristotele.
Platone fu il primo filosofo a dare le basi alla filosofia occidentale per le sue teorie sull’immortalità dell’anima e sull’esistenza di un mondo: l’Iperuranio (che sta al di là del cielo) dove tutto è perfetto e dove esistono le idee che sono i prototipi delle cose. Ma la sua filosofia spazia ancora sui problemi della conoscenza e sui problemi politici. Inoltre Platone è il Fondatore del mito inteso come strumento per spiegare fenomeni difficilmente comprensibili. Nelle sue opere ne troviamo molti: quello della biga alata, quello della caverna, quello di Er che servono a spiegare i gradi della conoscenza o l’immortalità dell’anima.
Nel mito della caverna per esempio racconta che alcuni schiavi imprigionati in una grotta legati con il volto rivolto verso il fondo vedevano le ombre delle persone che passavano d’avanti le caverna e pensavano che quella fosse la realtà. Però uno di loro riuscì a liberarsi ed uscire fuori la caverna, in un primo momento fu abbagliato dalla luce, poi a poco a poco si abituò alla luce e si rese conto che quelle che vedeva nel fondo della caverna erano solo ombre e che la realtà fosse quella che vedeva fuori. Ritornato nella caverna raccontò agli altri ciò che aveva visto e, dice Platone, lo avrebbero ucciso se non fossero incatenati. La morale è che la conoscenza non è quella che noi pensiamo sia, ma un’altra più profonda che può essere colta solo da coloro che sono liberi da pregiudizi.
Dobbiamo parlare della concezione dello Stato e del mondo delle Idee.
Ne parleremo la prossima volta.

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