Indici sempre più bassi. Spezzano brancola nel buio
- Scritto da Alcide Simonetti
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- Pubblicato in Controcorrente
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Spezzano Albanese rappresenta la comunità albanofona più popolosa d'Italia con 6.758 abitanti. L'andamento demografico, però, ha registrato una diminuzione costante negli ultimi trent'anni, riducendosi di circa 1000 residenti senza tuttavia considerare che oltre il 20% dei nostri concittadini (studenti e lavoratori) è domiciliato, di fatto, altrove, nonché il 5,86% (396) è di nazionalità straniera.
Sebbene, forse, il predetto trend negativo sia amplificato psicologicamente dal simbolico superamento della soglia 7000, tuttavia i dati sono allarmanti, atteso che l'età media della popolazione si attesta su 45,1 (anni), mentre nel 2002 era pari al 39,7 (anni).
Gli anziani sopra i 65 anni incidono sull'intera popolazione per il 22,27% rispetto al 17% di vent'anni fa.
Ormai la nostra Spixana è un paese di vecchi!
Difatti, l'indice di vecchiaia, ossia il grado d'invecchiamento che è dato dal rapporto tra gli ultra sessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni, risulta pari 173,7. In altre parole, vuol dire che nel 2021 ci sono 173,7 anziani per ogni 100 giovani, invece, per esempio, nel 2002 era di 105,3. Inoltre, l'indice di natalità è diminuito a 7 per ogni mille abitanti, laddove quello di mortalità è aumentato da 8,1 (anno 2002) a 13,1 di oggi (sempre per ogni mille abitanti).
Ed ancora, l'indice di dipendenza strutturale che esprime il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni), evidenzia, per esempio, teoricamente, che a Spezzano Albanese nel 2021 ci sono 54 individui a carico per ogni 100 che lavorano, viceversa nel 2002 erano pari a 49,5.
A ciò va aggiunto, altresì, che l'indice di struttura della popolazione attiva cioè in grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa, derivante dal rapporto percentuale tra la parte di popolazione in età lavorativa più anziana (40-64 anni) e quella più giovane (15-39 anni) si è notevolmente elevata poiché è attestante a 137,4 rispetto i 73,9 del 2002.
Parimenti problematica resta la “fuga di cervelli-normali” collegata con il livello dell'istruzione locale, che si appalesa inadeguata rispetto gli standard moderni, poiché il 10% degli spezzanesi ha raggiunto l'obiettivo della laurea (Italia 15%), il 26% il diploma (Italia 36%), il 24% la licenza media (Italia 30%); il 17% la licenza elementare (Italia 16%); invece il 12 % risulta alfabeta e il restante analfabeta.
Di conseguenza tale evidente processo d'invecchiamento -unitamente al livello di istruzione del paese- ha prodotto inesorabilmente effetti negativi sulle strutture economiche e sociali.
I contribuenti sono circa 4390 di cui 2200 da reddito dipendente, 1644 da reddito da pensione, 50 da reddito da lavoro autonomo, 9 da reddito impresa (contabilità ordinaria), 164 reddito impresa (contabilità semplice), 95 da redditi di partecipazione.
In effetti, il reddito medio Spezzanese pari ad euro 11.644 (dati irpef 2016) appare considerevolmente inferiore rispetto a quello medio della Provincia di Cosenza che si aggira intorno ad euro 14.558 (dati irpef 2016).
Soltanto 46 contribuenti locali producono un reddito superiore ai 55.000 euro, mentre nessun cittadino locale percepisce un reddito superiore a 120.000 euro.
Il dato fa pensare!
Un giovane e mezzo su quattro è disoccupato, invece, parte della quota di lavoratori attivi (occupati) svolge delle prestazioni temporanee e stagionali.
Nell'anno 2020 il reddito di cittadinanza è stato percepito da 336 cittadini (su 493 domande presentate) pari al 5 % della popolazione che raggiunge percentuali significative (12%) se rapportato ai nuclei familiari (2896 circa) della cittadina.
Il valore del capitale immobiliare delle famiglie spezzanesi negli ultimi dieci anni si è dimezzato, considerato che il valore medio di un'abitazione è sceso intorno ad euro 662, 26 al mq.
Esistono complessivamente 1881 edifici, dei quali solo 1821 utilizzati. Di questi ultimi 1787 sono adibiti a edilizia residenziale, 34 sono invece destinati a uso produttivo, commerciale o altro. Dei 1787 edifici adibiti a edilizia residenziale 1470 edifici sono stati costruiti in muratura portante, 219 in cemento armato e 98 utilizzando altri materiali. Degli edifici costruiti a scopo residenziale 313 sono in ottimo stato, 939 sono in buono stato, 476 sono in uno stato mediocre e 59 in uno stato pessimo.
Di questi immobili circa 1492 sono stati edificati prima del 1980, mentre n. 121 tra il 1981- 1990; n.122 tra il 1991-2000; n. 45 tra il 2001 -2005 e soltanto n. 7 dal 2005 ad oggi i cui dati sottolineano la crisi del settore edilizio, volano di crescita degli anni '80 e '90.
Il 15% dei predetti immobili è finito alle aste giudiziarie, a seguito della dichiarazione di fallimento della Bcc della Sibaritide (sentenza emessa dal Tribunale di Castrovillari nell'anno 2013), producendo un buco finanziario di circa 20 milioni di euro.
Il dissesto della banca ha coinvolto circa 900-1000 clienti Spezzanesi (senza tener conto quelli del comprensorio), i quali sono stati scritturati a sofferenza con l'attivazione di centinaia (circa 400) procedure esecutive che hanno comportato la chiusura di diverse attività imprenditoriali, oltre che di una decina di fallimenti di aziende locali.
Di conseguenza i servizi sono stati totalmente tagliati (trasporti, banche, terme, scuole, biblioteche, Giudice di Pace, cinema, ecc.)
Più che una comunità, il paese arbëresh sembra un quartiere periferico di un grande centro.
Altrettanto complicata appare la situazione economico-finanziaria ed organizzativa di “Palazzo San Giovanni Bosco”, il cui “equilibrio instabile” e la preoccupante esposizione debitoria complessiva non sono di aiuto all'uscita dal tunnel della comunità arbëreshe, la quale brancola nel buio.
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Emanuele Armentano