Il Forum "Stefano Gioia" e il dibattito sulla Centrale del Mercure In evidenza
- Dati, attendibilità e conflitti di interesse al centro della discussione
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LAINO BORGO - «L’incontro promosso a Castelluccio Inferiore dall’”Osservatorio Ambientale Valle del Mercure” ha avuto, ancora una volta, lo scopo, ampiamente previsto, di avallare su presunte basi scientifiche - ma il termine è tanto esagerato, quanto fuori posto - la compatibilità ambientale della Centrale del Mercure, la cui attività sarebbe risultata del tutto ininfluente sulla qualità dell’aria della valle» .
Questo quanto emerge da una nota diffusa dal Forum 'Stefano Gioia' delle Associazioni e Comitati Calabresi e Lucani per la Tutela della Legalità e del Territorio, nella quale si afferma inoltre: «Dati inattendibili e autoreferenzialità, che con la scienza, quella vera, non hanno nulla a che spartire. C’è da aspettarsi che si arriverà a certificare che gli inquinanti inevitabilmente emessi dalla combustione di 350.000 tonnellate l’anno di alberi - particolato, metalli pesanti, VOC, ecc. -, impossibili da bloccare, viste le loro dimensioni, da parte di filtri industriali, quell’aria la migliorano addirittura. Senza dimenticare i gas di scarico dei TIR che trasportano la biomassa. La scienza è però una cosa che mal si presta a questo “gioco delle tre carte”. Infatti, un criterio preliminare e fondamentale per l’attendibilità di dati che vengano presentati o pubblicati è quello dell’assenza di conflitto di interessi. Chi, cioè, li offre a pubbliche valutazioni, non dovrebbe avere utilità/interesse a dimostrare tesi preconcette. E qui il conflitto di interesse è grande come una casa, anzi, come un palazzo, essendo l’Osservatorio finanziato, fin dalla sua creazione, dai proprietari della Centrale e gestito da rappresentanti di amministrazioni che, sempre dai proprietari della Centrale, hanno ricevuto, negli anni, milioni di euro. Già questo dovrebbe chiudere ogni discorso. Almeno di natura scientifica. È poi solo il caso di ricordare, per l’ennesima volta, che anche le modalità di raccolta dei dati, a cominciare dai siti di posizionamento delle centraline, sono del tutto inattendibili, non essendo state precedute da alcuno studio serio sul microclima della valle, a cui si è sostituito, a suo tempo, quello relativo alla…valle di Latronico! Ma di che parliamo, anzi, di che parlano! Si tratta piuttosto di interessi economici che costringono il Parco e chi lo abita a subire un grave e pericoloso arbitrio, che confligge anche con uno sviluppo economico-occupazionale basato sulla naturale vocazione dell’area protetta più grande e bella d’Italia».
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