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Gli imprenditori forestali denunciano le scelte sulla centrale del Mercure In evidenza

  • Le associazioni del settore: «Per Occhiuto e la sua maggioranza la Costituzione è un optional»
Gli imprenditori forestali denunciano le scelte sulla centrale del Mercure

LAINO BORGO - «Il settore della forestazione non ha mai attraversato un periodo così difficile come quello attuale. Gli operatori, le aziende e i proprietari forestali stanno assistendo attoniti alle giravolte ed alle contraddizioni di un’attuale classe dirigente regionale indecisa e confusa».

Così dichiarano, in una nota ufficiale, i Presidenti e i Consigli Direttivi di Liberi Imprenditori Forestali, Confartigianato - Filiera Boschiva, Consorzio Legno Valle del Mercure e Consorzio Agr. Forestale Biomasse Calabria, aggiungendo: «I rappresentanti dei partiti di maggioranza in seno al Consiglio Regionale hanno dichiarato “candidamente” in diverse riunioni di aver approvato la c.d. “norma Laghi” senza neanche capire cosa stessero votando. Molti poi si sono scusati per la superficialità con cui è stata proposta e approvata, pur continuando a tenerla in vita e a difenderla, mentre soltanto tre consiglieri di maggioranza, Graziano, De Nisi e Gentile, hanno proposto l’abrogazione di questa legge vergognosa, appoggiata poi e fatta propria e dall’intero gruppo del PD. L’Assise regionale ha dato diverse prove di incoerenza, la prima quando è pervenuta la nota dall’Ufficio Legislativo del MASE che segnalava l’incostituzionalità e l’illegittimità della norma incriminata. Nonostante la nota esortava ad abrogare la richiamata legge, pena il rischio di risarcire un grosso danno erariale, il Presidente Occhiuto non arretrò di un millimetro, anzi in una seduta consiliare minacciò pubblicamente le dimissioni se la sua maggioranza avesse chiesto l’eliminazione di quella “geniale” prescrizione. Nemmeno l’impugnativa del Governo ha fatto cambiare rotta al Presidente, perché convinto che il fine cervello del suo amico ambientalista, aveva partorito una norma così intelligente e perfetta da sfidare la Corte Costituzionale e tutte le Corti del globo terracqueo. Abbiamo un Presidente in Calabria che quando prende una decisione non esistono leggi o Costituzione che tengano; in una delibera di Giunta regionale adottata alcune settimane fa, la Regione Calabria ha deliberato di costituirsi davanti la Corte Costituzionale per resistere contro il ricorso del governo sulla norma “Laghi”. Sulla scia di Occhiuto viaggiano anche i consiglieri di FdI. Anche questi, ignorando Governo e Corte Costituzionale, avevano inserito all’ordine del giorno di una seduta del Consiglio, una PdL per fortuna poi ritirata) avente il seguente oggetto: interventi urgenti di riconversione per la filiera bosco-energia nel Parco del Pollino. Nel testo della predetta proposta si legge: visto che l’art. 14 della l.r. n. 36/2024 dismette di fatto la centrale del Mercure, al fine di evitare danni occupazionali ai 1.147 (da dati in nostro possesso ne risultano invece 1.500) operai specializzati assunti dalle imprese boschive ed ai 60 lavoratori della centrale, al fine di evitare indebitamenti milionari alle 41 aziende boschive, che conferiscono il materiale alla centrale, proponiamo bandi per la creazione di progetti di filiera forestale regionale a valere sul PSR ecc. ecc. Probabilmente i suddetti consiglieri non avevano avvisato l’Assessore al ramo On. Gallo, perché in contemporanea, pubblica due bandi forestali PSR. Precisamente, la mis. 8.1.1 (imboschimento e creazione delle aree boscate) e la mis. 8.3.1 (prevenzione danni incendi) per un totale di oltre 26 milioni di euro, escludendo le aziende private e riservando la partecipazione esclusivamente all’Ente regionale Calabria Verde. Ancora e giusto per aiutare l’intero settore, sempre l’Assessore al ramo, riduce i fondi nella nuova programmazione destinati alla nuove misure forestali, dimezzandoli rispetto al passato. Tutto ciò significa che la coerenza e la linearità, purtroppo non albergano nei palazzi regionali, inoltre questo modus operandi purtroppo sta mettendo in seria crisi uno dei settori più importanti e produttivi della nostra Regione. Alla luce di quanto detto, non possiamo permettere all'economia calabrese questa sciagura, non possiamo permettere che una politica senza coscienza, faccia perdere il lavoro a migliaia di persone in una Regione già segnata dal reddito pro capite e dal tasso di occupazione più basso d’Italia (fonte: ISTAT 2024). Abbiamo tentato in mille modi e senza risultato la mediazione e il dialogo, abbiamo protestato e non siamo stati né ascoltati né ricevuti. Siamo stati mortificati, assieme a ben 18 Sindaci, rappresentanti di altrettante comunità, da un Presidente di Regione che con un arrogante video (degno dei peggiori despoti del passato) ci ha mandato a dire che potevamo tornare a casa perché lui non avrebbe mai e poi mai cambiato idea. Allora, cari rappresentanti del popolo, che sedete sugli scranni di Palazzo Campanella grazie ai nostri voti, siate coerenti con voi stessi, abbiate rispetto di chi va avanti con le proprie forze senza chiedere sussidi o prebende; ve lo chiediamo a gran voce, abrogate, prima che arrivi il verdetto della Corte Costituzionale, questa inutile e sciocca norma, vogliate bene alla Calabria ed ai calabresi. Se non lo farete, state pur certi che noi non molleremo la presa, anzi faremo sentire la nostra voce nei palazzi romani, faremo notare ai vostri omologhi romani con quanta arroganza, supponenza e distacco ci avete trattato. Anche noi abbiamo deciso di non arretrare di fronte alla vostra alterigia, infatti non con soldi pubblici (come fate voi), ma togliendo con sacrifici fondi dal nostro reddito e mediante il deposito di un atto di intervento, saremo anche noi parte avversaria innanzi alla Consulta. Inoltre agiremo nei prossimi giorni diffidando legalmente tutti i soggetti coinvolti nell’adozione di questa sciagurata disposizione, delle conseguenze di tipo risarcitorio e di responsabilità erariale che saranno eventualmente addebitate. Tutte queste squallide vicende, però, hanno avuto un solo risvolto positivo, ci hanno fatto capire quanto sia importante e forte l’unione e la compattezza. Infatti siamo in procinto di fondere le nostre associazioni per costruire un’unica grande e forte Organizzazione Professionale, che raggrupperà oltre 150 imprese forestali. Subito dopo, chiederemo di partecipare ai tavoli regionali per difendere e rappresentare un settore sino ad oggi maltrattato e trascurato».

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