LUZZI - È difficile parlare di musica in questo preciso momento pandemico di difficoltà sanitaria, ma soprattutto di impedimento forzato di “prossimità” l’uno con l’altro; eppure la musica è anche questo: prossimità, vicinanza, stretto contatto, di respiri in sintonia con gli altri soprattutto se si parla di voci e di Coro in particolar modo.
Ecco che, oggi, vogliamo riaccendere una piccola luce in fondo al tunnel, un piccolo barlume di speranza ad un prestissimo ritorno alla normalità parlandovi di una piccola realtà musicale luzzese, la Corale polifonica “Iubilate Domino”, che negli anni, ormai da più di dodici ne è stata, e continuerà ad esserlo, esempio di comunità a “stretto contatto”. La Corale si è costituita nel settembre del 2008 ed è diretta dal M° Angelo D’Ambrosio; opera nella Chiesa dei Sacri Cuori in Luzzi, è coro stabile ed anima tutte le sue celebrazioni liturgiche. Lo scorso 12 settembre nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Pedivigliano, dopo un lungo periodo di lockdown, di digiuno da celebrazioni e concerti e dal fare musica uniti tutti insieme contemporaneamente, è ritornata a cantare per il pubblico e con il pubblico riscuotendo grande entusiasmo e interesse da parte dei presenti. L’evento è stato promosso dal giovane parroco don Giuseppe Mancuso dell’unità pastorale di Bianchi-Colosimi-Pedivigliano in l’occasione della Peregrinatio Mariae dell’Icona pellegrina della Madonna del Pilerio, gloriosa Patrona dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano. E proprio nel giorno del SS. Nome di Maria, la Corale polifonica “Iubilate Domino” di Luzzi, diretta dal M° Angelo D’Ambrosio, ha voluto rendere omaggio in canto alla comunità dei SS. Pietro e Paolo di Pedivigliano portando in scena un concerto-meditazione dal titolo “Ave Maria”. L’icona pellegrina, lo ricordiamo, è stata fortemente voluta dall’Arcivescovo S.E. Mons. Francesco Nolè, iniziativa pastorale volta alla comunione e alla contemplazione della Vergine in tutte le chiese dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano in preparazione alla celebrazione degli 800 anni della Consacrazione della Chiesa Cattedrale di Cosenza - (30 gennaio 2022). La titolazione “Ave Maria” – come afferma il M° D’Ambrosio – oltre al chiaro riferimento alla preghiera più antica della Chiesa, è stata intesa come un saluto: “Salve, o Maria”!, benvenuta qui nella comunità di Pedivigliano; quindi una esclamazione, un grido di gioia nel salutarla in mezzo alla comunità pediviglianese. Durante la serata ci si è soffermati maggiormente sul repertorio cosiddetto classico e proprio della Chiesa romana quale il gregoriano con l’arricchimento della polifonia classica, tra gli altri A. Lotti, G. P. da Palestrina, Z. Kodàly, fino ai giorni nostri con l’Inno della Vergine del Pilerio in una continua alternanza tra musica e liturgia spiegata, meditata e cantata. Sono passate in rassegna le maggiori antifone mariane che chiudono in sobria bellezza la celebrazione della Liturgia delle Ore quali la Salve Regina, l’Ave regina coelorum, l’Alma redemptoris Mater, il Regina coeli, ecc.: la lirica mariana ha raggiunto quell’atmosfera celeste in cui poesia e musica, arte e preghiera, semplicità e nobiltà si sono armonizzate per celebrare accoratamente la Madre di Dio. Molti apprezzamenti, oltre che dal pubblico presente (ben distanziato secondo le vigenti norme del governo ed ecclesiastiche), sono stati espressi proprio dal parroco, don Giuseppe: “ci avete fatto passare una piccola ora di paradiso facendoci pregustare, con le vostre voci, com’è bello lodare il Signore”. A quanto pare l’intento di predisporre gli spettatori presenti a pregare insieme nel canto ed elevare inni di gioia e di lodi a Lui, attraverso l’intercessione della Vergine del Pilerio pellegrina, in un susseguirsi di preghiere cantate, è stato proprio raggiunto. “Ci auguriamo che la Vergine del Pilerio, nostra speranza, - sottolinea il M° D’Ambrosio - anche questa volta, in questo momento difficile, così come in tempo di peste e terremoti, continui a preservare il nostro popolo da ogni male e come recita il testo del brano a Lei dedicato possa “benedire tutti noi che a Lei cantiamo con gioia”.
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