Le lezioni di Di Landro e Grattèri, Costituzione, Cittadinanza e Solidarietà
2.011: i 150 anni di Unità d’Italia. I primi 150 anni di Cultura e Civiltà, di nobiltà di uno Stato che nasce e cresce, che cerca e trova, pian piano, se stesso. Attraverso: (A) il vessillo ufficiale, la bandiera tricolore verde, bianco rosso (7 gennaio 1797); (B) la nascita della Nazione italiana (17 marzo 1961); la Costituzione repubblicana (1° gennaio 1948) che è una stella polare che orienta politicamente, dà sostanza socio-economica, infonde Senso esistenziale verso gli ideali e i Valori universali.
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La follia è una condizione umana
Si vanno vieppiù diagnosticando, oggi, nuove diverse inquietanti malattie. Difatti, alle ‘vecchie’ malattie, che continuano ad esserci e che -come spada di Damocle- ‘pendono’ sulle umane teste (dall’ictus all’infarto; alle disabilità, a mo’ d’esempio, per incidenti stradali e dintorni, …), se ne vanno aggiungendo altre che, in sostanza, hanno un diretto riferimento all’avanzare e aumentare delle scoperte scientifiche tecniche.
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Da Cassiani a Rinalid... con Amore
È davvero il caso di dirlo: -Con amore! Amore per la Cultura, Amore per il luogo natìo, Amore per le Persone importanti significative autorevoli.
Dopo il Calendario 2.010 dedicato a Gennaro Cassiani, oggi il Comune di Spezzano Albanese (il sindaco Giovanni Cucci) e la Biblioteca comunale (la direttrice Teresina Ciliberti e la bibliotecaria Domenica Milione) editano il Calendario 2.011 dedicato totalmente a Giovanni Rinaldi.
Dopo il Calendario 2.010 dedicato a Gennaro Cassiani, oggi il Comune di Spezzano Albanese (il sindaco Giovanni Cucci) e la Biblioteca comunale (la direttrice Teresina Ciliberti e la bibliotecaria Domenica Milione) editano il Calendario 2.011 dedicato totalmente a Giovanni Rinaldi.
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Lingua italiana stracciona. Ignoranti e arroganti: che bella storia!
Quando si dice: -Asini in cattedra! E non solo nelle scuole e nelle università…Qualcuno, anche autorevole, attribuisce al Sessantotto (1) la colpa del declino e dell’abbattimento della Lingua italiana in generale, e dell’italiano e dintorni in particolare: smantellamento e distruzione oggi imperversanti e sotto gli occhi di tutti; pertanto, se tantissima gente laureata oggi non sa scrivere, se non mastica bene e, a volte, affatto grammatica, sintassi, lessico e quant’altro, ebbene tutto ciò sarebbe la conseguenza di una deleteria apertura ‘sessantottina’ della Scuola sino allo sbracamento, alla libertà sino al libertinaggio, alla licenza sino alla licenziosità.
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La poesia del Risorgimento e dintorni
La Letteratura è davvero estesa sul tema del Risorgimento e denota atmosfere e tempèrie di Valori nascenti, già nell’aria da tempo, e di cui si prende sempre più consapevolezza.
La coscienza di questi Valori denuncia il bisogno e la necessità di passare, ormai!, dalle parole ai fatti, da un’Italia unita solo nei pensieri e nelle parole (scritte e cantate) a un’Italia unita anche sotto il profilo politico-geografico e, dunque, economico e soprattutto socio-culturale.
La coscienza di questi Valori denuncia il bisogno e la necessità di passare, ormai!, dalle parole ai fatti, da un’Italia unita solo nei pensieri e nelle parole (scritte e cantate) a un’Italia unita anche sotto il profilo politico-geografico e, dunque, economico e soprattutto socio-culturale.
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Scuola statale: uccidiamola!
Carthago delenda est!
Parafrasando Catone “il censore”, noi oggi possiamo affermare: -La Scuola italiana statale (Scuola pubblica) va distrutta!
La Storia universale insegna. Difatti, dopo oltre duemila anni oggi applichiamo, ancora, la lezione di Catone secondo la quale, comunque, … la Scuola pubblica va rasa al suolo, perché è lì, nel suo seno, che si annidano le vipere (è “la fucina del diavolo”).
Parafrasando Catone “il censore”, noi oggi possiamo affermare: -La Scuola italiana statale (Scuola pubblica) va distrutta!
La Storia universale insegna. Difatti, dopo oltre duemila anni oggi applichiamo, ancora, la lezione di Catone secondo la quale, comunque, … la Scuola pubblica va rasa al suolo, perché è lì, nel suo seno, che si annidano le vipere (è “la fucina del diavolo”).
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