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Saracena in Comune: "Ci si schieri contro l’autorità idrica regionale" In evidenza

Saracena in Comune: "Ci si schieri contro l’autorità idrica regionale"
Agos

SARACENA - «A meno di sorprese, sembrerebbe che anche l’amministrazione comunale di Saracena, sia in procinto di aderire all’Autorità Idrica della Calabria (AIC), l’ente che la Regione Calabria ha istituito per il governo del servizio idrico». Lo scrive il Movimento Saracena in Comune, che in una nota aggiunge: «Sarebbe una scelta sbagliata. Per due ragioni. La prima: c’è il rischio, concreto, che si tradisca il risultato referendario del 2011, quando 26 milioni di italiani dissero no a qualsiasi gestione profittevole, da parte di privati, della risorsa acqua. La seconda: è del tutto plausibile che l’esperienza di autogestione del servizio idrico nel nostro comune venga smantellata e che le tariffe aumentino vertiginosamente.

La legge 18/20117, distingue, infatti, tra autorità di «programmazione, organizzazione e controllo», la stessa AIC, ed un «soggetto gestore», al quale è utile ricordarlo, sarà affidata la gestione dei «servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue», per come individuati dalla vigente normativa in materia ambientale. Che natura avrà questo «soggetto gestore»? Più facile che sia una impresa privata o una società per azioni direttamente creata dall’AIC che un ente pubblico. D’altronde, se si voleva intraprendere la strada della ripubblicizzazione del servizio, la soluzione più logica sarebbe stata quella di istituire un’azienda pubblica regionale, come quella indicata nella legge di iniziativa popolare sottoscritta da migliaia di cittadini calabresi. Un’azienda pubblica, partecipata, preposta alla gestione effettiva del servizio idrico integrato, fermo rimanendo il potere di indirizzo e programmazione in capo alla Regione. Quello che si prospetta, invece, è una scissione, tra un nuovo carrozzone pubblico regionale ed una società che potrà fare profitti sulla gestione dei nostri acquedotti, come la recente legge “Sblocca Italia” ha espressamente previsto. E SoRiCal? Sebbene, in liquidazione, ma, a quanto pare in piena attività, che farà? Quale sarà il suo ruolo nella partita? Domande legittime, visto quello che è accaduto in questi anni in questo settore.
In questa partita, bisogna ripensare criticamente e autocriticamente anche all’esperienza dei vecchi ATO provinciali e, nel nostro caso, della società Cosenza Acque Spa, che ha dimostrato ampiamente, al di là dei buoni propositi (e della buona fede di tanti sindaci ed amministratori), come gestioni affidate a società per azioni, anche a capitale interamente pubblico, possano virare verso la privatizzazione del servizio.
Nel caso di Saracena, non c’è alcuna garanzia che l’AIC ammetta la gestione esistente. Si dice che la “specificità” del nostro comune sarà riconosciuta e che continueremo a gestire il proprio il ciclo delle acque. Solo un’illusione!! Il richiamo, superficiale, alla norma del testo unico in materia ambientale che parla di salvaguardia di alcune gestioni esistenti non tiene conto di una serie di fattori, normativi ed oggettivi, che ne impedirebbero l’applicabilità al nostro caso.
Chiediamo all’amministrazione, per il momento, di fermarsi e di stigmatizzare pubblicamente la scelta della regione Calabria, iniziando, parimenti, una battaglia rigorosa, alla luce del sole, per l’acqua pubblica, a Saracena ed in Calabria, coinvolgendo gli altri sindaci che sono contrari al quadro delineato dalla regione. Su questo terreno non mancherà il nostro sostegno e la nostra collaborazione».

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