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Ancora dubbi sulla riapertura dell'Ospedale di Trebisacce

Ancora dubbi sulla riapertura dell'Ospedale di Trebisacce
Agos

TREBISACCE - Sembrava imminente la riapertura agli acuti dell’ospedale di zona disagiata “Guido Chidichimo” di Trebisacce. Tale convinzione nasce in virtù della seconda sentenza del Consiglio di Stato che intimava, perentoriamente, a Regione Calabria, struttura commissariale ed Asp, ad attivarsi per riaprire il “Guido Chidichimo” ed al decreto 30/2016 sulla riorganizzazione ospedaliera in Calabria, firmata dal commissario per la sanità regionale, Massimo Scura. Inoltre, se non principalmente, ad indurre i cittadini di Trebisacce e dell’Alto Jonio a ritenere possibile, in tempi brevi, la riapertura dell’ospedale, è stato l’incontro tenutosi presso la sede dell’Asp di Cosenza tra il sindaco di Trebisacce, Francesco Mundo ed il direttore generale dell’Asp Raffaele Mauro, con rassicurazioni da parte di quest’ultimo che la struttura amministrativa si era già attivata per rendere esecutivo il decreto 30/2016 nella parte riguardante l’ospedale di Trebisacce.

Ciò perché, come noto, molti comuni si sono rivolti al tar contestando il decreto 30 firmato da Scura e lo stesso presidente della Regione, Mario Oliverio, ne ha chiesto l’annullamento. Pare che nella parte riguardante il “Guido Chidichimo” di Trebisacce quanto disposto dal decreto 30 possa e debba essere attuato. In teoria e solo in teoria, per il momento, in quanto alle promesse e alle rassicurazioni fatte al sindaco Mundo, non sono seguiti atti e provvedimenti operativi che facessero supporre un reale interesse dell’Asp verso la riapertura del Chidichimo. Il sindaco Mundo, considerati i malumori espressi dai cittadini, non può dormire sugli allori ma insistere affinché un diritto, quello sancito dal Consiglio di Stato e acclarato con il decreto 30/2016, non venga, per l’ennesima volta, disatteso. La struttura ospedaliera, di area disagiata oltre che di confine, è indispensabile per garantire la salute dei cittadini del vasto comprensorio dell’Alto Jonio, prevalentemente collinare e montano, è soprattutto nei casi di emergenza – urgenza, quando raggiungere un presidio di sanità può salvare una vita umana. Ad oggi, risulta che la situazione del “Chidichimo” sia addirittura peggiorata. E’ dei giorni scorsi la notizia secondo la quale un paziente cardiopatico di Trebisacce, A.S. di 62 anni, dopo avere atteso due anni per eseguire un esame delle carotidi con ecodoppler, giunta la data dell’esame (sei giugno), veniva avvisato di non presentarsi a visita poiché l’ecografo non era funzionante. Da quanto risulta, l’apparecchiatura diagnostica in questione sarebbe rotta e, quindi, non funzionante, da alcuni mesi ma, nonostante i reiterati solleciti da parte del responsabile sanitario del Capt, dottore Antonio Adduci, affinché si intervenisse per ripararla, nulla è stato fatto. Eppure, l’intervento necessario pare sarebbe costato poche decine di euro, trattandosi, per come riferitoci, solo della sostituzione della sonda dell’ecodoppler. Dunque, il dubbio sulla riapertura dell’ospedale appare legittima. Se non si riesce a risolvere un problema semplice come l’ecodoppler come è pensabile che si possa provvedere all’assunzione di nuovi medici ed al ripristino delle sale operatorie.

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