fbpx

Corigliano Rossano. Due cittadini extracomunitari arrestati per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio

CORIGLIANO-ROSSANO - Nel pomeriggio di ieri , nel corso di servizi finalizzati al contrasto e alla prevenzione del traffico di sostanze stupefacenti, personale del Commissariato di P.S. Corigliano-Rossano traeva in arresto il nigeriano O.P. di anni 29 e il senegalese C. L. di anni 23, per il reato di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti.

Corigliano-Rossano, extracomunitario in manette per armi e droga

CORIGLIANO-ROSSANO - Dopo un inseguimento per le vie cittadine della frazione di Schiavonea agro di Corigliano-Rossano, personale della Polizia di Stato, in servizio al Commissariato di P.S. Corigliano-Rossano, Squadra di Polizia Giudiziaria, traevano in arresto N. M. di anni 36, già noto alle forze di polizia, perché resosi autore dei reati di porto e detenzione illegale di un fucile con relativo munizionamento e detenzione ai fini di spaccio di 17 grammi di marijuana già suddivisa in dosi.

San Marco, giornata formativa su lavoratori extracomunitari

SAN MARCO ARGENTANO -  Un corso formativo rivolto a tutti gli operatori della provincia su “Immigrazione, programmi telematici per la trasmissione delle pratiche relative ai permessi di soggiorno, ricongiunzione familiare e altre tutele per i lavoratori e i cittadini stranieri non comunitari”.

Un arresto a Roggiano per sfruttamento di extracomunitari

ROGGIANO GRAVINA - nota stampa - Lavoratori extracomunitari richiedenti asilo politico ed ospiti nel territorio di Roggiano Gravina, sottoposti a turni di 9 ore e pagati giornalmente 20 euro, senza alcun rispetto delle norme di sicurezza ed in assenza di regolare contratto. E’ quanto scoperto dai militari della Stazione Carabinieri di Roggiano Gravina, che hanno arrestato un imprenditore agricolo, A.L. 44enne, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Cosenza per i reati di “intermediazione illecita” e “sfruttamento del lavoro”.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cosenza, sono state avviate dai militari della Stazione Carabinieri a seguito di segnalazioni sulla presunta presenza di un c.d. “caporale” che impiegava nel proprio fondo agricolo lavoratori stranieri, approfittando dello stato di bisogno in cui versavano, per sottoporli a condizioni di illecito sfruttamento senza neppure un contratto di assunzione. Partendo da tali elementi, i militari hanno proceduto ad effettuare mirati servizi di osservazione in alcuni terreni siti nel Comune di San Marco Argentano che, in un arco temporale compreso tra il mese di settembre dello scorso anno ed agosto 2018, hanno consentito di dare un nome ed un volto al “caporale”, accertando che era solito prelevare quotidianamente diversi extracomunitari da un Centro di Accoglienza Straordinaria di Roggiano Gravina e condurli presso un fondo ubicato nel territorio di San Marco Argentano, ove venivano sistematicamente impiegati quali braccianti agricoli nella raccolta di ortaggi. Attraverso videoriprese i Carabinieri sono riusciti a documentare le pesanti giornate lavorative degli extracomunitari, come confermato dalle dichiarazioni precise, dettagliate e convergenti successivamente rese dagli stessi (provenienti dal Gambia, dal Bangladesh e dal Senegal):  prelevati all’alba, intorno alle ore 05.00, da un furgone condotto dall’imprenditore, affluivano sui terreni coltivati ad ortaggi ove prestavano la loro attività lavorativa ininterrottamente fino a 9 ore – orientativamente dalle 06.30 alle 15.30 – in un contesto lavorativo assolutamente degradante. Le condizioni di lavoro imposte dal “padrone” – in palese difformità dalle minimali regole dei contratti collettivi nazionali – contemplavano soltanto una pausa di appena 30 minuti (nel caso gli immigrati avessero voluto consumare cibi portati al seguito), senza mettere a disposizione degli “sfruttati” acqua per rifocillarsi ed in assenza di luoghi idonei per ripararsi dal caldo o per soddisfare le proprie esigenze fisiologiche. A fronte di così gravose condizioni di lavoro la retribuzione concordata era di appena 20 euro giornaliere, del tutto sproporzionata rispetto alla quantità ed alla qualità del lavoro prestato, a riprova dell’opera di sfruttamento posta in essere in danno dei lavoratori stranieri. Nel medesimo contesto investigativo, i Carabinieri hanno anche potuto ricostruire un tentativo di deviare il corso delle indagini da parte dell’odierno arrestato, il quale, in diversi approcci con gli extracomunitari, aveva provato a condizionarne i racconti al fine di alleggerire le proprie responsabilità. I gravi fatti portati alla luce dimostrano, ancora una volta, lo straordinario impegno e la particolare determinazione con cui i Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, operano per contrastare il triste fenomeno del “caporalato”, conducendo un’intensa azione a difesa dei lavoratori coinvolti e di quelle aziende oneste, che indirettamente vengono danneggiate da operatori economici che non esitano a lucrare e fare cassa sulle spalle delle persone più deboli.

Sottoscrivi questo feed RSS

Video di Approfondimento

ozio_gallery_lightgallery

Sport

Editoriali

Rubriche

Informazioni

Partners