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Il Gip archivia il procedimento contro il Centro di Accoglienza di Acquaformosa In evidenza

  • Per il Tribunale di Castrovillari non ci sono elementi penalmente rilevanti
Il Gip archivia il procedimento contro il Centro di Accoglienza di Acquaformosa
Agos

ACQUAFORMOSA – Il Tribunale di Castrovillari archivia il procedimento contro la denuncia di “gestione poco trasparente dei fondi” del centro di accoglienza “Don Vincenzo Matrangolo” di Acquaformosa. L'articolata vicenda era stata messa in rete, non molto tempo fa, costruita su una struttura di accuse nei confronti di più soggetti legati al progetto Sprar, fra cui amministratori, parenti e membri dell'associazione che gestisce il centro.
Con provvedimento notificato il 5 gennaio scorso, però, il Gip del Tribunale di Castrovillari disponeva l'archiviazione del procedimento penale “per insussistenza di elementi penalmente rilevanti”.

Così, attraverso una nota diffusa dal centro e firmata congiuntamente da Gennaro Capparelli, Sindaco dal 2014 di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, già sindaco dal 2004 al 2014 e attuale vicesindaco del comune arbëresh, e da Vincenzo De Angelis, Presidente dell'Associazione “Don V. Matrangolo”, si apprende: «Dal momento della progettazione e del finanziamento, anno 2009, e sino a qualche mese addietro, il progetto di accoglienza messo in atto dal Comune di Acquaformosa, che accoglie 57 migranti adulti e 12 minori stranieri non accompagnati, ha ricevuto una lunga serie di denunce, querele, esposti da parte di soggetti appartenenti all’opposizione politica e sicuramente oppositori della precedente e dell’attuale amministrazione in carica ad Acquaformosa, che hanno utilizzato, in maniera illecita, in altri casi di persone che hanno utilizzato false generalità oppure anonime.
Negli esposti inviati alla Procura della Repubblica e/o alle forze di Polizia Giudiziaria, tra cui i Carabinieri di Lungro, si denunciavano tra l’altro:
- La gestione poco trasparente dei fondi pubblici destinati all’accoglienza da parte sia degli amministratori locali che di alcuni operatori dell’Associazione;
- I rapporti di parentela tra alcuni esponenti dell’Associazione con gli amministratori locali (parentopoli);
- L’affidamento della gestione del progetto di accoglienza, direttamente all’Associazione “Don Vincenzo Matrangolo”, senza la pubblicazione di un bando;
- La gestione poco trasparente dei fondi relativi al progetto NordAfrica 2012-2013
Alcuni dei diversi procedimenti penali avviati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari sono stati successivamente riuniti con l’iscrizione nel registro degli indagati di una esponente dell’Associazione Don Vincenzo Matrangolo; il Pubblico Ministero, dopo aver vagliato le prove acquisite, ha richiesto al GIP di voler disporre l’archiviazione del procedimento penale in quanto dalla documentazione esaminata e dalle ulteriori fonti di prova raccolte non emergeva alcun profilo di responsabilità penale.
Il GIP, però, proprio in considerazione dell’elevato numero di esposti presentati, non accoglieva immediatamente la richiesta di archiviazione e fissava l’udienza in camera di consiglio per la discussione sulla richiesta avanzata dal PM.
Nell’udienza di discussione, il legale di fiducia, faceva rilevare come dall’esame degli atti non emergeva nessuna responsabilità penale né a carico dell’indagata né a carico di altre persone.
Con provvedimento notificato il 05/01/2017 il GIP del Tribunale di Castrovillari disponeva l’archiviazione del procedimento penale per insussistenza di elementi penalmente rilevanti.
Nel procedimento penale aperto in seguito alla denuncia di gestione poco trasparente dei fondi relativi al progetto NordAfrica, la Polizia Giudiziaria, dopo aver raccolto ed esaminato la copiosa documentazione acquisita presso il Comune di Acquaformosa e l’Associazione Don Vincenzo Matrangolo non ha individuato alcun comportamento penalmente rilevante.
Evidente che tutti gli esposti e le denunce in questione si sono rivelate del tutto infondate facendo, invece, emergere l’assoluta correttezza e competenza nella gestione dei fondi pubblici sia da parte dell’Associazione che da parte dell’Amministrazione comunale».
Chiarite le cose, i firmatari del documento concludono: «Questo è il finale di una campagna di denigrazione architettata con maestria da esperti in comunicazione su facebook, i cui profili calzano perfettamente, con il giudizio che ha dato, a questi frequentatori del Web, il celebre scrittore Umberto Eco prima di lasciarci. La verità prima o poi viene sempre a galla».

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