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Diga Esaro, ne hanno parlato i tecnici della Regione Calabria In evidenza

  • Ribadito l’uso plurimo (irriguo, idrico e potabile) dell’Invaso
Diga Esaro, ne hanno parlato i tecnici della Regione Calabria
Agos

SANT’AGATA D’ESARO - «Chi è qui ad ascoltarci vuole la Diga dell’Esaro e con il “Patto per la Calabria” sono rinate le condizioni per far ripartire l’opera». È quanto emerge, in maniera forte, dall’incontro con i tecnici della Regione Calabria tenutosi anche alla luce del recente stanziamento, di due milioni di euro (500 mila per questa annualità; 1,5 milioni per il 2017) per uno studio di fattibilità inerente il completamento dell’Invaso. Un’assemblea molto partecipata, per motivi meteorologici all’interno del Centro d’aggregazione giovanile, che intanto ha dato un segnale «della ferma volontà politica del presidente Mario Oliverio d’inserire ancora l’Invaso in quelle opere strategiche ad uso plurimo: irriguo, idropotabile, idroelettrico».

Ha coordinato i lavori Palmira Nocito, segreterai cittadina del Pd e candidata nella lista “Uniti per Sant’Agata” dando per prima la parola a Luciano Sirimarco, candidato a sindaco della stessa lista. Di “diga e prospettive future” hanno poi parlato Domenico Pallaria e Carmelo Salvino (direttori generali di Lavori Pubblici ed Agricoltura); Leo Pangallo (consulente di Oliverio); Salvatore Siviglia (Autorità di bacino); Domenico Tolve (struttura speciale assessorato regionale Sviluppo economico ed ex sindaco) e Luigi Incarnato (commissario di Sorical, ex assessore regionale ai Lavori Pubblici). «Non capisco il movimento scandalistico contro una politica regionale che, invece, ha interesse all’opera», ha detto Tolve che dopo un piccolo excursus sulla vicenda è stato incalzato dal prof. Pangallo: «gli studi necessari serviranno a riattivare tutte le procedure di realizzazione per un’alta probabilità di certezza. Sui terreni solo la Regione ha competenza e davvero nessuna ne può accampare il Comune». Per Incarnato «dal 2010 con l’avvento della Giunta Scopelliti sparirono i fondi Por e vennero promessi i fondi Fas: una dichiarazione di morte per la Diga». Pallaria dal canto suo ha chiarito: «dobbiamo completare l’opera perché altrimenti ci potrebbe essere un danno erariale decretato dalla Corte dei Conti. Bisogna salvare il salvabile e ripartire con un ridimensionamento a 50 milioni di metri cubi d’acqua. Lo sgomento è plausibile per il passato, ma la fattibilità dell’opera può avere ripercussioni economiche e sociali». Siviglia ha aggiunto che «la Diga va realizzata con nuovi parametri perché i tempi sono cambiati». Per Salvino, infine, «la Diga serve tre volte e l’acqua che si riuscirà ad invasare sarà “oro” per l’agricoltura calabrese. È positivo al cubo che ci siano due milioni di euro per riattivare un processo ormai arenato».

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