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Condivisioni e divergenze tra un Templare e un laico. Io e Francesco Fusca In evidenza

Condivisioni e divergenze tra un Templare e un laico. Io e Francesco Fusca

Nel tempo c’è il viaggio o nel viaggio bisogna fare i conti con il tempo? Il tempo cammina sulle e nelle nostre vite. Inevitabilmente. Inesorabilmente. Si fa spazio. Amico mio, caro Franco la vita è sempre fatta di condivisioni e divergenze. Noi ci siamo sempre compresi. Ed ora ascoltami tra le parole e le pause.
Si concede agli spazi in un immaginario che tenta di catturare i sogni, il sogno. Quel tempo sul quale tanto abbiamo discusso.
Il tempo quando entra in quella dimensione del viaggio spirituale, tra l'Esodo e l'Avvento, è sempre un restare nell'Essere e nelle nostre esistenze come miracolo e come pagina contemplante.
Certo, tanti sono gli approcci che possono permettere una chiave di lettura a queste dimensioni che io ho sempre considerato metafisiche, pur nella mia costante disubbidienza alle visioni teologiche (lascia che usi questo termine forte).
Il nostro discutere in questo spazio di anni si è riversato su un argomentare articolato, ma sopratutto aveva un approccio divergente.

Tu laico con dei principi fortemente ancorati nella cultura illuminista e post illuminista, con degli sguardi alla Ragione come orizzonte imprescindibile ed io organico ad una cultura tradizionalista con una marcata formazione cristiana e una idea - identità conservatrice.
Eppure siamo stati sempre sul filo di un colloquiare tra esistenza e filosofia. Il tempo è passato. In te la visione contemplante ha toccato lo scavo spirituale.
La meraviglia del cercare gli orizzonti di senso sul filo del sacro è un vivere la Croce con la consapevolezza che oltre a parlarne c'è un agire che caratterizza la quotidianità.
Discutere anche del viaggio soltanto con il navigare di Ulisse o di Enea non ha un orizzonte di senso completo. Io Templare della cordata dei tradizionalisti oltre il laicismo. Il viaggio è sì una geografia dei luoghi, ma è soprattutto vivere il passaggio del deserto e i 40 giorni di Cristo.
Qui sta il vero orizzonte di senso che pone interrogativi e lascia alle domande che si pongono non una chiave di lettura, bensì una Verità che attraverso la testimonianza di Cristo è possibile leggere in tutta la sua bellezza.
Non credo al "concetto" di laico. Abbiamo discusso molto su ciò. Significa stare in mezzo a un guado senza sapere perché si vive una attesa. Essere laici oggi è essere niente e cercare di vivere nel relativo. Ovvero non prendere una posizione.
Mi sbaglierò.
Occorre avere sempre una posizione. La mia è stata ed è quella di considerarmi una sentinella di Cristo nei "valori" del tradizionalismo.
Nella nostra amicizia c'è stato sempre un pensiero, dico uno, divergente, sul quale più volte abbiamo fatto finta di non soffermarci.
Un pensiero culturale che è figlio della nostra formazione.
Tu ti sei sentito sempre, sul piano umano e pedagogico, nelle eredità di don Lorenzo Milani.
Io completamente su un'altra posizione. Ovvero i miei padri spirituali ed educativi, oltre a San Paolo ma con Paolo parliamo di altri contesti anche se resta la mia costante guida, sono stati don Giuseppe De Luca e don Giussani e il cammino mistico illuminante del Dalai Lama e dei camminatori dei deserti.
Oltre ad essere complici di questo pensiero divergente abbiamo sempre evitato di scendere nei dettagli. Certo, una posizione di comodo. Ma la nostra amicizia andava protetta dagli affetti convergenti.
Ho considerato tutto questo sempre una pagina molto bella.
Bella tanto da custodirla nel cavo dei giorni.
E ora siamo qui.
Tu assente ed io a ripercorrere le tappe del nostro viaggiare. Restano, come nelle regole del viaggio, degli appuntamenti mancati, degli incontri disattesi, e un dialogare interrotto ma sempre in conoscenza di intelligenza.
La bellezza è fatta di attimi e la vita è sempre nella bellezza.
Aspetto che tu legga.
Rispondimi se ti è possibile. L'attesa è anche nel gioco di uno sguardo intenso che non misura più le albe e i tramonti ma si raccoglie in una serena contemplazione che è armonia di anni antichi.
Ora vado. Valigia, appunti, libri... per un viaggio che mi porterà a Monaco, in Germania, per una mia conferenza sulla poesia.
Ti penserò, mi farai compagnia proprio nel momento in cui citerò i nostri poeti. Quest'anima immensa che ha nome Orizzonte di Senso.
Il viaggio celiniano al centro della notte va oltre, ma io mi sento tra la notte che cerca di uscire dal buio e l'alba che cerca di entrare nel giorno.
Ancora una volta sono convinto che ci saranno altri giorni e risvegli... e poi il resto si vedrà si ascolterà si vivrà... pur passeggiando nei silenzi...
Smetto di scriverti...
Il centro della notte è un labirinto... e il labirinto ha bisogno ancora di Arianna e Damasco è terra di Paolo... Paolo, maestro Templare ha segnato il mio cammino. Io non cerco più. Ciò di cui ho bisogno mi trova. Addio, amico mio. C’è sempre un tempo per vivere e un tempo per morire…

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