fbpx

Cambiamenti

In terra di Lombardia è… “scoppiato” il caldo. Ci ha colti all’improvviso, cocente, bello e dannato. Un anticipo di Estate (che rammenda quella vecchia storia sulle mezze stagioni…) se pur il sole ha effetti positivi sull’umore rispetto al grigio, anche esso presenta le sue problematiche. Prima fra tutte il cambio dell’armadio. E’ da ieri che armeggio con scatole e sacchi da aspirare, fra maglioni e magliette. Coperte, piumoni e copri letto, ma non possedendo un’intera giornata per occuparmi di ciò il tutto è stato fatto… un po’ alla buona, per così dire… I nostri armadi presentano ancora qualche capo invernale, al quale si sono aggiunti leggins di cotone e magliette e pantaloncini.

Dad (Come d’amore disperato...)

Una settimana fa in terra di Lombardia è ripartita la Dad (Didattica a distanza) per alcune classi della primaria, tra le quali quella di mia figlia, per un caso di sospetto Covid. Sull’Italia tutta, nel frattempo, si abbattono i nuovi inevitabili DPCM. E voilà Calabria e Lombardia sono equiparate come non mai, dove non ha potuto l’unità di Italia ci è riuscito il virus. Con qualche distinguo però: la Lombardia è zona rossa, e quindi fra le regioni con maggiori restrizioni, per numero di contagi, in Calabria ciò accade per mancanza di strutture ospedaliere.

Le cose della vita in tempi di coronavirus

Le cose della vita sono alzarsi presto, non sempre felici di questa opzione, ed andare a lavoro. Magari prendendo, come me, diversi mezzi, fra andata e ritorno. E poi arrivare in classe, con tutto ciò che comporta… E correre, correre, sempre: Organizzarsi con marito e baby sitter, ed amiche, e supplente della baby sitter, correre a scuola fra riunioni proprie e della figlia, e poi la danza, e le cose rimandate perché non si ha mai tempo. Le cose della vita sono complicate.

Di infanzie (contaminate)

Il Natale è appena trascorso, resta un ultimo scorcio festivo, prima che la normalità riprenda il suo ritmo quotidiano ed in qualche modo rassicurante. Il primo gennaio per tutti è tempo di bilanci, aspettative, e buoni propositi. Come ogni anno mi riprometto, mentre sto per accendermi un’altra sigaretta, di smettere di fumare e dimagrire (pensando alla cena). E poi auguro a me stessa, alla mia famiglia, ai miei affetti semplicemente serenità.

Osservando un albero

L’anno scolastico per me è iniziato una settimana fa. Una telefonata improvvisa, una corsa in segreteria, tanti moduli da firmare (dove, per lo più, affermo sotto mia responsabilità che non ho processi penali in corso, carichi pendenti con la giustizia, e che insomma non sono né una spietata serial killer né un’affiliata a nessuna organizzazione criminale presente su territorio nazionale) ho preso servizio. Il tratto di strada dalla segreteria alla scuola che mi ospiterà per un po’ in questo autunno/inverno 2018/2019 (io stagionale come un abito di Armani) l’ho percorso con il cellulare incollato ai miei lobi: c’è la pupa da sistemare. E non ho i nonni a seguito. E allora parte il coordinamento con le maestre e la mamme di salvataggio, e le deleghe da firmare, ed ancora i nuovi orari del tram. Fra una telefonata e l’altra, un “Grazie” ed un “Non so come avrei fatto!!!”, arrivo a scuola.

Gli stivali

L’Estate non si vive, in essa si inciampa, quasi inconsapevolmente. Un po’ come la felicità non rincorsa, quella sulla quale non si lavora, che semplicemente accade. Capita, che essa arrivi senza il nostro impegno. Il caldo può sorprenderti, proprio come una metafora: dopo la pioggia torna sempre il sereno. Si può non essere pronti a questa improvvisa epifania di emozioni e sole. Praticamente non pronti. Ed infatti io mi aggiro per le strade di Lombardia si sbracciata ma con immancabili stivali.

Come quando ti cade un dente (e l’infanzia è passata da un po’)

Alla fine il mio dente “ballerino” è caduto. Verso altri lidi. Lontano dalla mia bocca e dal mio sorriso. Domani inizieranno le grandi manovre, ed il dentista mi restituirà la mia grazia. In questi giorni, il dente deficitario è proprio davanti, ho evitato di sorridere. Mi sono nascosta dietro l’eterno broncio di Brigitte Bardot, che fa sempre tanto… “sintomatico mistero”. Mio marito e mia figlia, con una certa ironia macabra, mi hanno dedicato una canzoncina che mia madre cantava a Ginevra: “Fammi crescere i denti davanti te ne prego bambino Gesù…” (Si sa, Gaber l’ha insegnato, la mamma è sempre un po’ democristiana…).

Fra Sanremo, febbre e denti che ballano

Si è appena conclusa la kermesse canora più famosa d’Italia: il festival di Sanremo. Io non l’ho seguito, o meglio l’ho seguito atipicamente: l’ho visto in replica il giorno dopo. Ho scoperto da un po’ che mia figlia, Ginevra, ha un’anima pop. Ha visto la pubblicità della gara canora e ne è stata subito conquistata. Siccome la sera dorme entro le 20.30 le ho fatto rivedere le puntate il giorno dopo. In ritardo di un giorno anche noi ci siamo sanremizzate. A mia figlia è piaciuta Annalisa (ca vans sa dire dato i gusti musicali che sta sviluppando, con mia buona pace) e Avitabile (Però!).

Ecco perché non ti ho mai chiamAuguri Ginevra

La vita pur nella sua contraddittoria complessità molte volte si alimenta di semplice regole, o se vogliamo ”verità”, una di queste è il diritto all’infanzia. Non sempre però esso è garantito. Troppe infanzie vengono negate, se pur in modo diverso: dalla negazione della stessa sostituita dal lavoro, alle morti violente causate, la malattia, le guerre, le perdite. In un contesto normale, o percepito come tale, altre possono essere delle violazioni dell’infanzia, che se pur meno tragiche di quelle appena citate, hanno il loro peso.

Io, Sally

Sally è la mia amica egiziana. È una mamma che ho conosciuto all’asilo frequentato da mia figlia. Sally è di fede musulmana, io sono atea. Sally parla poco, ma bene, l’italiano, io poco e male l’inglese. Sally è velata, io, per lo più, scollata, anche in terra di Lombardia e anche in Autunno. Sally non si trucca, io senza trucco mi sentirei nuda. Io e Sally passiamo i nostri pomeriggi, con rispettiva prole, al parco, e, a volte, andiamo a prenderci un aperitivo: succo per lei, birra per me. Io e Sally, malgrado i problemi linguistici, ci capiamo, parliamo un assurdo gramlot fra inglese ed italiano.

Sottoscrivi questo feed RSS

Video di Approfondimento

ozio_gallery_lightgallery

Sport

Editoriali

Rubriche

Informazioni

Partners