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Incidente a Spezzano: il Giudice di Pace annulla gli accertamenti su alcol test In evidenza

  • I Carabinieri non avevano informato del diritto di farsi difendere da un avvocato
Incidente a Spezzano: il Giudice di Pace annulla gli accertamenti su alcol test

SPEZZANO ALBANESE – Il Giudice di Pace accoglie il ricorso, presentato da Eliseo Borgia di Spezzano Albanese, contro il verbale di contestazione dei Carabinieri di San Marco Argentano (redatto il 10 maggio scorso dopo un violento incidente lungo la Sp241 nel centro cittadino arbëresh) e contro il decreto emesso dal Prefetto di Cosenza, annullando i provvedimenti e gli atti ad essi collegati.
A rendere pubblici i documenti sulla propria pagina facebook è lo stesso interessato il quale, a gran voce e con fierezza, scrive: «Diritto di cronaca mi ha crocifisso senza motivo, ma la verità viene sempre a galla. Il Giudice di Pace mi ha ridato quella dignità che tanto mi era stata ingiustamente tolta.
Ora saranno gli organi di stampa a rispondere innanzi all'autorità giudiziaria della diffamazione ingiusta operate nei miei confronti».

Così, in attesa di rivederci in tribunale per fare eventuali chiarimenti, ci sembra opportuno ricostruire i fatti e, soprattutto, leggere bene le carte che lo stesso Borgia pubblica sul citato social network.
Era la notte fra il 7 e l'8 maggio scorso quando, intorno alle 00.30 all'incrocio di Via Nazionale e la benzina Agip si verificava un violento impatto fra due auto. Dalle prime ricostruzioni, una Peugeot 208, con a bordo due ragazze del posto, scendeva dal bivio di Tarsia e Terranova da Sibari verso il centro del paese. Un'altra auto guidata da un altro giovane spezzanese sarebbe uscita dall'incrocio senza rispettare lo stop e colpendo violentemente la Peugeot sul lato anteriore sinistro. Una botta durissima che fa sobbalzare le due donne che evidentemente subiscono un fortissimo urto. Le conseguenze di questo impatto per le due donne, che evidentemente vengono colpite, sono di 15 giorni di prognosi, mentre per il ragazzo la prognosi è di soli 5 giorni. Dopo tre giorni il Comando Compagnia Carabinieri di San Marco Argentano, che conduce le indagini, fa sapere che i risultati dell'alcoltest sono positivi e superano di circa tre volte il limite consentito dalla legge. Cosa, questa, che fa scattare una denuncia per guida in stato di ebrezza e conseguente sequestro del veicolo con ritiro della patente.
Nella nostra cronaca, com'è facilmente riscontrabile, non è mai stato fatto il nome dei protagonisti della vicenda, considerato che si è sempre deciso di mantenere un atteggiamento scevro da sensazionalismi, puntando, invece, a fare la cronaca di quanto accaduto, senza commenti né inscenare processi mediatici che, com'è noto, non ci interessano.
Il 9 settembre scorso, invece, veniamo tirati in causa con tanto di accuse di “crocefissione” e di aver “tolto ingiustamente dignità” alla persona. Restiamo basiti (anche nel vedere tanti like di compaesani in cerca d'autore), così come non comprendiamo quale “diffamazione ingiusta” sia stata operata nei confronti dell'autore del post.
Leggiamo le carte pubblicate e cerchiamo di ricostruire le cose e riportiamo alcuni tratti della sentenza del Giudice di Pace nell'opposizione che Borgia ha presentato nei confronti della Prefettura: «Borgia propone opposizione avverso il decreto emesso dalla Prefettura di Cosenza con cui veniva disposta la sospensione della patente per 1 anno e 3 mesi». Questo provvedimento «veniva emesso sulla base del verbale» redatto dai Carabinieri della Compagnia di San Marco con cui «veniva contestata la violazione dell'art. 186 comma 2, lett c) del Codice della Strada, poiché il medesimo circolava alla guida di un veicolo in stato di ebrezza alcolica, con un tasso alcolemico pari a 2g/l». Ma perché Borgia ha presentato opposizione? Si legge nella sentenza: «l'opponente chiedeva l'annullamento del decreto prefettizio e del verbale ritenendo illegittimo l'accertamento eseguito nei suoi confronti non essendo stato reso edotto della facoltà di farsi assistere da un avvocato prima di essere sottoposto a prelievo ematico». Inoltre, la Prefettura di Cosenza «non si costituiva in giudizio e, pertanto -è scritto-, ne va dichiarata la contumacia».
Nei motivi della decisione è chiaramente ribadito questo concetto così come viene ribadito il concetto che la persona non è stata informata del “diritto di farsi assistere da un difensore di fiducia”, cosa, quest'ultima, che viene letta come “una violazione del diritto di difesa”. Tutto ciò, dunque, «rende nullo l'accertamento dei Carabinieri e pertanto il ricorso deve essere accolto». Pertanto, un'omissione procedurale dell'organo di Polizia ha annullato il provvedimento sanzionatorio, ma non ha cancellato i fatti, come il risultato dell'alcol test e diverse ulteriori condotte.
Detto ciò, dunque, ai fini di una corretta e chiara informazione abbiamo ritenuto opportuno riprendere un fatto che, solo per puro caso, viste le lamiere accartocciate, non si è rivelato fortunatamente molto più tragico di quanto è stato.
Così, “in attesa di giudizio”, è opportuno ribadire che “Diritto di cronaca” non ha crocifisso mai nessuno, ma ha sempre svolto la funzione di informare la collettività, narrando esclusivamente i fatti che si verificano nel territorio. Anche nel caso specifico ha riportato soltanto i fatti!
Da un'attenta disamina della vicenda non è riscontrabile alcun atteggiamento persecutorio o diffamante nei confronti di chicchessia da parte del giornale, che si è solo attenuto ai fatti, senza esprimere alcun giudizio, né tanto meno sostituirsi agli organi Pubblici preposti ad individuare le eventuali responsabilità conseguenti ai fatti narrati.
A “diritto di cronaca” non intimoriscono le aule giudiziarie, considerato che esse sono luoghi ove viene fatta giustizia e viene ricostruita la verità dei fatti, quella verità che viene raccontata ogni giorno da questa testata.
Pertanto, le accuse mosse appaiono decisamente ingiuste e pretestuose, oltre che gratuitamente infamanti e lesive dell'immagine del giornale, il quale si riserva ogni tutela, compresa quella penale. E allora che si celebri questo processo! “Diritto di cronaca” per l'occasione ne offrirà ampia diffusione, approfondendo i vari aspetti della vicenda.

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